Chiunque andrebbe giudicato per quello che può fare, non per quello che non può fare. O per dirla meglio, come sicuramente faceva Albert Einstein: “Tutti sono geni, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi su un albero, si passerà la vita credendo che sia stupido”.
«Là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva». Forse sono i due versi di Friedrich Hölderlin più citati ed equivocati di sempre. Provengono da Patmos, un inno che l’amico nobile Federico V gli commissiona per celebrare l’isola greca dove l’evangelista Giovanni ha avuto le rivelazioni che lo condurranno a scrivere l’Apocalisse: è pane perfetto per i denti di Hölderlin,
In I sommersi e i salvati del 1986 (un anno prima della morte), Primo Levi definisce Se questo è un uomo, il suo libro-matrice, una sorta di “animale nomade” che ormai da quarant’anni “si lascia dietro una traccia lunga e intricata”.
Non ci sono solo i musei, i palazzi, le chiese o le mostre, che è indispensabile visitare di persona se si vuole vedere veramente le opere dei grandi e meno grandi pittori. Per una parte della loro produzione a volte bastano i libri, o, ai nostri giorni, internet. Questo vale per i disegni (non tutti: basta andare al Museo ambrosiano di Milano per avere una clamorosa smentita
Varlam Šalamov (1907-1982) viene arrestato il 19 febbraio del 1929, a soli ventidue anni, per i suoi rapporti con alcuni attivisti politici dell’opposizione leninista-trockista e per avere scritto e diffuso il Testamento di Lenin, una lettera apocrifa in cui l’ormai defunto padre della Rivoluzione russa esprime, con la voce dello scrittore, pesanti riserve sulla successione di