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Stato mafia, la figlia di Borsellino: Sotto accusa chi aiutò mio padre Difende i carabinieri, attacca i pm
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Borsellino, gli appalti ed il verbale desecretato di Falcone. Davvero fu Trattativa?
Anche quest’anno, il fiume di parole su verità e giustizia ha attraversato l’ennesima commemorazione della strage di via D’Amelio.
La morte del dottor Borsellino e di quasi tutta la scorta (sopravvisse soltanto Antonio Vullo) ha compiuto 29 anni. Un anno di meno rispetto alla
latitanza di Matteo Messina Denaro.
Il boss castelvetranese non si trova, proprio come la verità sulla strage di quel 19 luglio 1992.
Quest’anno c’è un altro tassello: oltre che per le bombe del ’93, Messina Denaro è stato condannato anche per Capaci e Via D’Amelio, lo dice la sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta: ha avuto un “
Dice Avola che fu solo la mafia a volere le stragi: “L’ordine delle stragi lo ha dato Riina. Nessun servizio segreto. Borsellino e la sua scorta li ha uccisi Cosa Nostra…”. I pubblici ministeri di Caltanissetta lo hanno smentito in maniera perentoria con una nota stampa. Se fosse andata così con il falso pentito Vincenzo Scarantino oggi forse ci sarebbe una verità completa. Ed invece per diciassette anni la magistratura ha creduto che un
malacarne di borgata dalla pessima reputazione, solo ed esclusivamente in virtù di qualche parentela mafiosa, potesse avere partecipato all’organizzazione delle stragi.
Ieri Scarantino, oggi Avola. Il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, sentito dalla Commissione antimafia dice: “C’è da chiedersi: è un’operazione ingenua oppure qualcuno ha deciso di far suicidare processualmente Avola per togliere credibilità ad altre sue importantissime rivelazioni, alle quali non posso fare cenno, che avrebbero consentito di