Informazione Corretta Giancarlo Loquenzi intervista Alessandro Zan Testata: Il Foglio Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/07/2021, a pag. I, l'intervista di Giancarlo Loquenzi dal titolo "A duello con Zan". Alessandro Zan Abbiamo passato un'ora buona insieme con Alessandro Zan, deputato del Pd, primo firmatario della famosa legge contro l'omotransfobia, e con lui abbiamo provato a ragionare su cosa significhi questa legge, su quali siano i punti controversi, su quali siano le critiche da accettare, su quali siano le questioni da risolvere. E lo abbiamo fatto partendo da posizioni diverse: questo giornale ha scritto più volte che una legge che lascia ai magistrati l'interpretazione delle parole non può essere una legge intoccabile e l'onorevole Zan ha più volte risposto alle nostre critiche. Abbiamo scelto di tornare a dialogare con lui, sfidandolo a viso aperto, mettendo in campo sfumature diverse e ne è nata una discussione interessante, e lo abbiamo fatto subito dopo la vittoria di misura ottenuta in Aula, al Senato, dai promotori della Legge (mercoledì scorso le pregiudiziali di costituzionalità presentate da FdI e Lega sono state respinte con 124 sì e 136 no). Martedì scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Poi si voterà. Onorevole Zan, allora, sei ancora con le dita Loquenzi: "Quando si tratta di dare ai magistrati degli strumenti di azione e di scelta, inserire negli elenchi delle definizioni su cui non c'è concordia e su cui i magistrati potrebbero avere dei dubbi è un rischio per l'applicabilità della legge. Non lo dice Salvini, ma Giovanni Maria Flick e Natalino Irti" Zan: "Una legge contro i crimini d'odio negli altri paesi europei ha fatto scendere i fenomeni di violenza e discriminazione. In Francia la riforma è stata approvata nel 2004, dalla destra liberale, non ovviamente da quella sovranista" incrociate? "Guardi, questa è stata una delle tante cose che sono state strumentalizzate, perché io mi riferivo al voto sul calendario, con una battuta che era inserita in un discorso molto più ampio. Ma di certo chi mi conosce, visto che sono stato relatore alla Camera e ho condotto una mediazione lunghissima ed estenuante, sa che non lavoro incrociando le dita ma assolutamente con grande determinazione e lucidità". Però siamo arrivati a un punto in cui sembra che l'unica risorsa sia quella della scaramanzia, si vogliano tenere le dita incrociate e sperare che a questo punto in aula i voti ci siano. Non c'è più spazio per mediazioni. "Secondo me è così, cambiare la legge al Senato significherebbe farla ritornare alla Camera e probabilmente metterla su un binario morto. Anche perché il lavoro fatto alla Camera è frutto di una lunga mediazione che ha tenuto conto delle diverse sensibilità, soprattutto nel mondo cattolico. E' chiaro che nessuna legge è perfetta, però quando si parla di diritti umani e di dignità della persona, bisogna maneggiare con molta cura, perché non stiamo parlando di questioni economiche o fiscali, ma della vita delle persone. Per cui io non credo alla scaramanzia, credo piuttosto al fatto che se le stesse forze politiche che l'hanno votata alla Camera mantenessero questa linea al Senato, la legge passerebbe. Si parla di Vietnam parlamentare al Senato ma alla Camera è stato uguale, non solo in aula ma anche in commissione". Però secondo me nel momento in cui lei dice "questa è una legge così delicata, così importante, attiene alla vita delle persone, va maneggiato con cura", questo farebbe invece ritenere al contrario che una lettura attenta e magari anche aperta a revisioni al Senato sia ancora più necessaria. Quante volte quelli che difendevano il bicameralismo perfetto dicevano "ma ci vuole un'altra camera perché quattro occhi funzionano meglio di due, se c'è qualche errore è bene poter intervenire"... Se di ogni legge che esce dalla Camera se dicesse "ma l'abbiamo fatta così, adesso che volete, metterci le mani voi senatori", o viceversa... Tanto vale abolire il bicameralismo. In questo caso il Senato a mio parere ha tutto il diritto di dire "guardiamo attentamente, se c'è qualcosa da cambiare cambiamola". Proprio perché è molto delicata! "Ma nessuno vuole comprimere il dibattito o togliere al Senato le proprie prerogative di camera a tutti gli effetti. Sono d'accordo che il passaggio di due camere possa contribuire a migliorare la legge. Ma quando le proposte in campo di mediazione sono quelle sul tavolo, come ad esempio togliere l'identità di genere, è una crudeltà più che mediazione. Questo la Lega vuole fare, decapitare la legge di pezzi rilevanti per svuotarla e dunque renderla totalmente inutile. Non mi sembrano proposte di mediazione migliorativa, ma sono proposte volte ad affossare la legge". Quando ci si siede a un tavolo di compromesso, in partenza nessuno apprezza le proposte dell'altro. Poi piano piano si trova un punto di mediazione, si chiama compromesso anche per questo. Capisco che si parta da posizioni distanti ma a me è sembrato che mancasse da parte di chi milita a favore della legge la disponibilità stessa in questa fase alla Camera. Lei lo dice, c'è stata in questa fase una strumentalizzazione, ma sia dalla parte di chi la vuole cambiare sia da parte di chi la vuole invece difendere fino all'ultima virgola.