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Viterbo – La strage che si è consumata ad Ardea, dove un uomo di 34enne ha sparato e ucciso un signore di 74 anni e due fratellini di 10 e 5 anni, per poi suicidarsi, ha scosso tutto il paese. Da ogni parte dell’Italia sono arrivati infatti messaggi di cordoglio per le vittime innocenti e di vicinanza per i loro familiari. Ma la strage ha soprattutto sollevato tutta una serie di interrogativi sulla questione delle armi legalmente detenute in Italia. E, soprattutto, sui controlli su chi quelle armi le detiene. L’arma utilizzata da Andrea Pignani per la strage, infatti, era quella del padre, un’ex guardia giurata deceduta diversi mesi fa, che aveva continuato a detenerla anche una volta in pensione. E dopo la sua morta, la pistola è entrata nella disponibilità del figlio, che recentemente era stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.