L’incontro con il marito
Ma con il suo compagno non vi siete conosciuti in azienda? «Sì certo, migliaia di anni fa.». Migliaia? E ride, ancora, scuotendo i suoi lunghi capelli neri. «Ma sì, ero una ragazzina. Lui lavorava già per i miei, anzi per Ratti che è stata la prima licenza, di cravatte, che mio padre concesse, nel 1972. Io avevo 15 anni e Bruno 28 ed era fuori dai miei pensieri. Anche se lo trovavo così elegante e profumato, con le sue giacche blu e il fazzolettino nel taschino. Potete immaginare quando arrivava a casa mia, negli anni Settanta: sembrava un ufo atterrato a Sumirago. Mio padre lo prendeva in giro: «“Bruno stai andando a un matrimonio?”». E poi? «Niente. Lui si è sposato e io anche. E alla fine degli anni Settanta, papà aveva già disdetto la licenza di cravatte perché diceva che non poteva certo produrle se lui per primo non le indossava». Coerente, come sempre. «Ma quando Bruno si mise in proprio, venne alla carica e mio padre gli conces