Il figlio del vento compie 60 anni
30 giugno 2021, 05:02
Claudio Colombo
Ho incontrato per la prima volta Carl Lewis in un’afosa mattinata dell’estate 1981, esattamente il 5 luglio, alle ore 10.30, sul sagrato del Duomo di Milano. Lui non era ancora il «figlio del vento» e io ero un giornalista alle prime armi. L’idea (peraltro realizzata) era quella di scrivere per il «Corriere d’Informazione», quotidiano del pomeriggio, un bel pezzo sul talento emergente dell’atletica mondiale, di passaggio in città per partecipare ai 100 metri della Notturna (per la cronaca, sarebbe arrivato terzo).
Carl aveva appena compiuto 20 anni, io ne avevo quasi 24: fu l’incontro di due coetanei che per due ore, seduti a un tavolino in Galleria, si scambiarono esperienze (poche) e sogni (tanti). Ricordo un passaggio di quella chiacchierata particolarmente evocativo. Fu quando gli chiesi delle sue aspettative di carriera e lui, senza indugio, rispose: «Vincere tante medaglie ai Giochi o