Il proclama sconcertante di 150 economisti accademici contro i due bravi colleghi, Puglisi e Stagnaro, recentemente nominati nel Nucleo tecnico della Presidenza del Consiglio, rei di “ultraliberismo”, mi ha fatto rivedere all’opera quei metodi dogmatici e di potere che anche io avevo subito da giovane studioso, desideroso unicamente di esprimere il mio libero pensiero attraverso il mio lavoro. Ma la diatriba, di cui il Paese non sentiva il bisogno, ha un merito che francamente non meriterebbe di avere. Costringe a rendere ragione delle scelte che il governo – di cui mi onoro di far parte – sta compiendo. Il “formidabile pragmatismo” di Mario Draghi (definizione del direttore Cerasa) non significa affatto fiducia cieca nel mercato e rinuncia a ideali umanistici e persino, dal mio punto di vista, socialisti. Ma è esercizio dell’ideale e della dottrina misurandone l’efficacia nell’esperienza. Qui ne racconto la mia versione. Che potrei intitolare “nuova econom