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mercoledì 4 Agosto 10:06 - di
Gloria Sabatini
Uomo ruvido, scrittore potente.
Antonio Pennacchi, classe 1950, morto ieri troppo presto nella sua Latina, era un narratore. Un aedo di storie intime, personali. Affresco di vissuti che fotografano pezzi di vita italiana del dopoguerra.
Pennacchi, scrittore potente con l’ossessione dell’Agro Pontino
Autore di libri molto amati a destra e a sinistra, scrisse
Fascio e martello. Viaggio nelle città del duce, ma anche il Fasciocomunista: vita scriteriata di Accio Benassi. Da cui fu tratto il film
Mio fratello è figlio unico. Grande successo al botteghino, premio speciale al Festival di Cannes, accompagnato dalle polemiche dello scrittore. Che attaccò il regista perché nella seconda parte del film la trama del libro era stata stravolta.
Morte Pennacchi, da Coletta a Zaccheo: «Era un simbolo della nostra città»
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Ecco chi era Gianni Pennacchi | il fratello “figlio unico” dello scrittore
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Ecco chi era Gianni Pennacchi il fratello “figlio unico” dello scrittore Antonio narrato nel film di .
Autore : (Di mercoledì 4 agosto 2021)
Ecco chi era
dello
scrittore Antonio narrato nel film di Daniele Lucchetti e nel libro il Fasciocomunista
Improvvisamente, quasi in silenzio la sera di martedì 3 agosto 2021 è arrivata la morte
dello
scrittore Premio Strega Antonio
Pennacchi. Le sue opere da Mammut a La Strada del Mare passando per il libro simbolo della sua parabola artistica, Canale Mussolini, sono già leggenda.
Addio ad Antonio Pennacchi | scrittore “fasciocomunista” schietto e irriverente
Antonio Pennacchi, scrittore vincitore del Premio Strega nel 2010, con Canale Mussolini, è morto .
Autore : (Di mercoledì 4 agosto 2021)
Antonio
Pennacchi,
scrittore vincitore del Premio Strega nel 2010, con Canale Mussolini, è morto all’improvviso, nella sua casa di Latina, il 3 agosto del 2021. Aveva 71 anni e avrebbe avuto un malore mentre era al telefono con sua moglie.
Era un intellettuale libero, trasversale,
schietto,
irriverente, dal carattere “fumino” (celebri le sue litigate in tv e non solo). Era stato politico, prima che
scrittore (passato dall’Msi al Psi, poi Cgil, Uil, Pci). E operaio, prima ancora, per 30 anni, presso la Fulgorcavi (poi Alcatel Cavi, poi Nexans) a Latina. L’ultima espulsione dalla Cgil, nel .
Ma perché, Pennacchi?
«Perché dice che quella storia non l’ho inventata io ma che me l’ha raccontata lei, che quel personaggio è un suo parente e non il mio. Che palle».
Perché lei attinge alla storia di famiglia e le famiglie, alla lunga, finiscono per confondersi.
«Be’, la mia ormai la conoscono in tanti: madre veneta, padre umbro, vennero qui a Latina a bonificare l’Agro Pontino».
E le nipoti nemmeno queste storie vogliono ascoltare?
«Ma certo che sì, anzi, mi fanno domande sulla famiglia. Solo che Marta, mia figlia, è cresciuta con l’ansia di avere un padre polemico. Ogni volta che mi vedeva scontrarmi con qualcuno in televisione si incupiva e oggi, quando una delle nipoti la avvisa che io sono in televisione, lei cambia stanza».
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