Per gli Stati Uniti l’immigrazione dalla Libia e dal Sahel non è una priorità, il terrorismo sì. Per trovare un’intesa sulle prossime mosse in Nord Africa serve una sana doccia di realpolitik. Ecco dove aspettarsi un sostegno da Washington DC, e dove bisogna fare da soli. Il commento del generale Carlo Jean
In ogni incontro fra politici italiani e americani il tema dell’instabilità della Libia è centrale. In mancanza di una realistica politica italiana per promuovere non a chiacchiere ma nei fatti la stabilità della “ex-quarta sponda” e per la nostra incapacità di contrastare il disinvolto e aggressivo comportamento di potenze, come la Turchia, la Russia e l’Egitto – per non aggiungerci anche la Francia – i vari governi italiani hanno aspettato e sperato nell’impegno degli Usa. Lo hanno trasformato quasi in un atto di fede. Ciò spiega i ripetuti entusiasmi circa le benevole (ma forse un po’ sarcastiche!) affermazioni di Washington circa il ruolo centrale
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