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di Giovanni Caprara
Diamo l’esistenza per scontata, ma è frutto di una straordinaria eccezionalità. L’universo su misura spiega che fortuna abbiamo avuto. E avverte: lievissime alterazioni sarebbero fatali
La Terra, Getty Images
Viviamo su un piccolo pianeta in un angolo dell’universo, su uno dei bracci a spirale della galassia Via Lattea, immersi tra miliardi di stelle e di altre galassie. E tutto è movimento. La Terra ruota su sé stessa alla velocità di 1700 chilometri orari e corre su un’orbita intorno al Sole a oltre centomila chilometri. L’intero sistema solare è ancora più rapido nel cielo perché compie un giro completo nella grande isola stellare spostandosi a 850 mila chilometri orari impiegando, date le distanze, più di 200 milioni di anni. Ma noi abitanti del globo azzurro trascorriamo le giornate in un’apparente situazione di tranquillità scandita al massimo da albe e tramonti e dal mutare delle stagioni. La nostra esistenza e quella degli altri esseri, piante e animali, sembra normale, quasi scontata. Invece, tutto è frutto di una straordinaria eccezionalità. «L’universo doveva già sapere che saremmo arrivati. Nelle leggi della fisica vi sono coincidenze numeriche che paiono essere accordate fra loro per renderlo abitabile», affermava Freeman Dyson, uno dei più grandi fisici del Novecento.

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