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Maxitangente in Nigeria, il pm fa appello contro l’assoluzione di Eni e Descalzi
Maxitangente in Nigeria, il pm fa appello contro l’assoluzione di Eni e Descalzi
Assolti tutti gli imputati perché il “fatto non sussiste” ma per De Pasquale la corruzione ci fu. 30.07.2021, Sputnik Italia
2021-07-30T09:25+0200
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Dopo tre anni di processo e un’assoluzione per tutti i 15 imputati del caso Eni-Shell in Nigeria, il procuratore Fabio De Pasquale torna a ribadire l’impianto accusatorio e presenta appello contro le assoluzioni, anche dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, perché nella vicenda del giacimento nigeriano Opl-245 “ci fu corruzione”.Anche il governo nigeriano, parte civile al processo, ha presentato appello e ha chiesto il risarcimento, pari alla presunta maxitangente pagata da Eni e Shell, 1,92 miliardi di euro.Lo scorso 17 marzo il tribunale di Milano ha assolto tutti i 15 imputati e le due società perché “il fatto non sussiste”.De Pasquale: smontate prove e ignorate le sfumatureIl procuratore aggiunto nelle motivazioni per l’appello ha accusato i giudici di aver ignorato la "complessità" di una "grande corruzione" e di aver trattato la vicenda dei due colossi petroliferi in Nigeria come se “fosse una storia bagatellare".Inoltre, "vengono ignorate" dai giudici "le sfumature dei comportamenti e la complessità dei rapporti, soprattutto in una trattativa corruttiva in cui ci sono tanti soldi sul tavolo, tanti 'squali che girano intorno' e comportamenti improntati a completo tatticismo".Eni ribadisce la sua estraneitàLa compagnia petrolifera, dopo la notizia dell’appello, ha diffuso una nota in cui dichiara di prendere atto della decisione e “in attesa di leggere i motivi d'appello, conferma la propria totale estraneità rispetto ai fatti contestati”.La vicenda in NigeriaPer la Procura di Milano il pagamento da 1,3 miliardi di dollari di Eni e Shell nel 2011 per ottenere la licenzia di sfruttamento del giacimento Opl-245 sarebbe stata la copertura per una maxi tangente da 1,92 miliardi destinata a componenti del governo nigeriano.La tangente, sempre secondo la ricostruzione, avrebbe consentito di ottenere l’autorizzazione “senza gara”.

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