a Marco,
è una riflessione questa che condivido, e che tocca punti cruciali. Ce ne sono alcuni che varrebbe la pena di discutere ulteriormente, trattandoli come punti di partenza più che di arrivo. Provo a mostrare quali:
“Nulla a che fare con gli anni Settanta, dove il movimento aveva una fortissima identità ideologica e una fortissima prospettiva politica. Qui c’è una moltitudine polimorfa, dove il discorso pubblico prende letteralmente corpo a partire da urgenze e istanze esistenziali e da considerazioni materialistiche (gli effetti selvaggi del precariato sui propri fratelli e sorelle, se non quando sui propri genitori), oltre che da un totalitarismo, quello sì, ideologico da cui chi è nato nell’era del berlusconismo e non conosce altra dimensione pubblica si trova soffocato. Siamo in presenza di una generazione che sta forgiando, finalmente, il suo linguaggio nuovo, le sue nuove categorie: etiche, esistenziali, politiche.”