12 milioni di euro. Si tratta del piccolo impero dell’imprenditore trapanese
Francesco Isca: sei società che si occupano di produzione di calcestruzzo, noleggio di macchine e attrezzature per lavori edili, una che gestisce il parcheggio nel parco archeologico di Segesta, 17 rapporti bancari, 128 beni immobili e terreni e 27 automezzi.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione
Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani che ha accolto la proposta della
Direzione investigativa antimafia.
Isca si trova agli arresti domiciliari dall’anno scorso. Avrebbe stretto un patto corruttivo con Salvatore Craparotta,
ispettore e vice comandante della polizia municipale di Calatafimi-Segesta, ormai in pensione. Multare le auto in divieto di sosta lungo la strada che conduce al tempio doveva essere un dovere per Craparotta ed invece sarebbe divenuto un modo per favorire gli affari di Isca, titolare della “Nuovi Sistemi Edili srl”, che gestisce l’area di sosta a pagamento.