Ebrahim Raisi è quindi la figura che serviva in questo momento al regime.
Lo possiamo definire il protetto di Ali Khamenei. Ha origini umili, viene da una famiglia religiosa ed è stato il discepolo del leader supremo, oltre che un giovane della rivoluzione. Negli anni ha fatto carriera giudiziaria fino ad arrivare ad essere capo della Magistratura. In Iran la Magistratura è sempre stata considerata come roccaforte nelle posizioni più ortodosse, il cane da guardia per la sopravvivenza regime. Il nuovo presidente dispone di un forte sostegno sia da parte del regime che dei poteri forti.
Nel 1988 Raisi ha fatto parte del gruppo speciale composto da quattro magistrati che aveva il compito di epurare i detenuti politici. Il cosiddetto comitato della morte ha in pochi mesi condannato a morte, con sentenze sommarie, migliaia di persone accusate di essere traditori dello Stato. Una delle pagine più nere nella storia del Paese.