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Fra gli ex terroristi arrestati oggi in Francia c’è anche Giorgio Pietrostefani. Militante di "Lotta Continua", Pietrostefani è stato colpito da un ordine di esecuzione pena emesso il 15 luglio del 2008 dalla procura generale di Milano per espiare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni di reclusione per l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano il 17 maggio del 1972 (con lui furono condannati Adriano Sofri e Ovidio Bompressi). Dal 26 gennaio del 2000 Pietrostefani (che per l’omicidio Calabresi è stato condannato in via definitiva a 22 anni di carcere) risulta inserito in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza il 9 settembre del 2023. DIFENSORE PIETROSTEFANI Alessandro Gamberini, che nel processo per il delitto Calabresi difese Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi, esprime “sorpresa”, in un’intervista all’Adnkronos, per gli arresti a Parigi dei sette terroristi, tra i quali Giorgio Pietrostefani. “Dal mio punto di vista - osserva l’avvocato Gamberini - non posso che testimoniare sorpresa per Pietrostefani. Penso all'uomo di 78 anni con una situazione di salute non perfetta che ha vissuto a Parigi facendo il suo lavoro, e mi sembrano vendette tardive. E un po’ incomprensibili. Certo, è chiaro che sul piano formale è tutto comprensibile: si è chiesto alla Francia di rispettare la collaborazione giudiziaria ma forse anche questa richiesta poteva non essere sollecitata. Io parlo da avvocato e ovviamente esprimo un punto di vista ‘fazioso’ ma rimango convinto che Pietrostefani sia innocente”. Alessandro Gamberini ricorda l’iter giudiziario e la reazione di Pietrostefani: “Quando la sentenza di condanna passò in giudicato venne dalla Francia, si costituì. Da Parigi venne e si presentò dicendo: ‘io sono innocente’. Poi ci fu la battaglia per la revisione, molto tormentata, e la richiesta fu respinta. A quel punto, lui che all’epoca aveva una figlia piccola scelse di non restare e la scelta fu dettata anche da questa situazione personale, ritenendo che la sua vita andasse legata anche al ruolo paterno”. Gamberini, come dice ancora oggi, ha sempre creduto nell'“innocenza di Pietrostefani”. E, nel tempo, ha mantenuto i contatti con lui: “Lo ho sentito in epoca relativamente recente, lo incontrai anche a Parigi. Negli ultimi 2 o 3 anni aveva notizie più indirette ma non ho mai perso i contatti”. Il pensiero dell’avvocato Gamberini torna all’omicidio del commissario Calabresi: “Una vicenda che risale al ‘72, cioè a 50 anni fa, e che ha portato a condanne che risalgono a fine anno novanta. Ora si sanziona un uomo di 78 anni, ho l’impressione che la definizione di vendetta tardiva ci stia tutta”. Quindi, riflettendo ad alta voce su ciò che potrà accadere, osserva Gamberini: “Io penso che per Pietrostefani, non avendo riportato la condanna con finalità di terrorismo ma per omicidio, non dovrebbero esserci ostacoli per una detenzione ai domiciliari”. Di certo con gli arresti a Parigi si chiude la storia del Novecento italiano. “Sì è vero e si chiude un po’ malinconicamente - dice l’avvocato Gamberini - perché c’è un qualcosa di insensato che riguarda almeno Pietrostefani”. È il senso di giustizia per le vittime? “Dopo così tanto tempo penso che anche i familiari non potranno trarre un conforto da ciò”.

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