Come si misura un record?
Alle Olimpiadi, un centesimo di secondo può fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Storia ed evoluzione del cronometraggio, fino a Tokyo 2020.
Per molti anni le gare delle Olimpiadi sono cominciate con un colpo di pistola a salve. Pronti, partenza, via. Ma poiché il suono nell’aria si propaga a 340 metri al secondo, l’atleta più vicino allo starter percepiva lo sparo circa 3 centesimi di secondo in anticipo rispetto a un avversario distante 10 metri. Tre centesimi di secondo nei 100 metri dell’atletica leggera corrispondono a percorrere circa 30 centimetri: possono fare la differenza tra la medaglia d’oro e il quarto posto. Così nel 1984 si pensò di installare dietro a ciascun atleta un altoparlante collegato alla pistola. Ancora una volta, però, il sistema si rivelava inefficace: i corridori tendevano a reagire comunque al suono dello sparo reale e non a quello che proveniva dalle loro spalle. Chi era vicino allo starter rimaneva avvantaggiato. Alla fine, dalle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010, Omega ha risolto il problema grazie a una pistola elettronica che, semplicemente, non spara. Un lampo di luce avvisa gli spettatori che la corsa è cominciata, per gli atleti invece viene direttamente riprodotto il suono di uno sparo negli altoparlanti dietro ai blocchi di partenza.