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Ultimatum Ue a Orbán. "La legge calpesta i diritti"
Riccardo Pelliccetti
© Fornito da Il Giornale
Più che un braccio di ferro sembra una guerra aperta. Ormai non passa giorno senza che l'Ungheria sia bersaglio di accuse e di ultimatum sia da parte della Commissione Ue sia da parte dell'Europarlamento. La legge approvata da Budapest, che vieta ai minori l'accesso a informazioni su tematiche Lgbtig, è il terreno di scontro su cui si stanno affrontando due visioni di Europa contrapposte e approfondisce il solco tra l'Est e l'Ovest europeo. Sono più di dieci giorni che assistiamo ai botta e risposta tra Bruxelles e il governo di Viktor Orban, con toni che diventano sempre più accesi. Ieri, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel suo intervento all'assemblea plenaria di Strasburgo, ha rilanciato le accuse a Budapest. «Se l'Ungheria non aggiusterà il tiro, la Commissione userà tutti i poteri a essa conferiti come guardiano dei Trattati». Von der Leyen ha stigmatizzato la norma ungherese per l'ennesima volta: «La legge dice che le pubblicazioni con rappresentazioni di giovani Lgbtiq non possono essere più mostrate ai minori: praticamente l'omosessualità e la transessualità vengono poste allo stesso livello della pornografia. La protezione dei bambini viene usata come pretesto per discriminare l'orientamento delle persone: è vergognoso. Contraddice profondamente i valori fondamentali dell'Ue». La presidente Ue ha infine promesso che userà «tutti gli strumenti che sono a disposizione della Commissione per difendere questi valori».

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