Suicidio di Orlando Merenda, la procura esclude le ipotesi di bullismo e omofobia (foto Ansa)
Orlando Merenda:
cade l’ipotesi di bullismo e omofobia. Si indaga su un ricatto. Aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Domenica 20 giugno il ragazzo di 18 anni di Torino, dopo aver pranzato con papà e fratello e aver telefonato alla sua mamma, che in seguito alla separazione era tornata a vivere in Calabria, è uscito di casa. Ha detto «torno presto» e invece si è tolto la vita gettandosi sotto a un treno tra la stazione di Lingotto e Moncalieri.
I giornali hanno dato la notizia della sua morte sicuri del movente e del colpevole: Orlando Merenda è l’ennesima «vittima di bullismo omofobo». Si è ucciso per fuggire ai pregiudizi delle «menti chiuse che hanno la bocca aperta» (da una sua frase scritta su Instagram a marzo). Si è tolto la vita «perché vittima di omofobia», «stanco degli insulti e delle offese continue», «deriso e insultato perché era gay».